Le mille culture del caffè

Come si beve il caffè nel mondo. La sua funzione di catalizzatore tra i popoli diversi

Articolo scritto da Michele Sergio pubblicato su L’Espresso napoletano del mese di settembre 2018

Non c’è bevanda al mondo coinvolgente come il caffè: lo si beve a tutte le latitudini, anche in paesi che, per cultura e tradizione, sono in passato stati restii a consumarlo, preferendo il tradizionale the.

Patria indiscussa del caffè resta, ovviamente, l’Italia. Non è un caso che i termini della lingua italiana caffè, cappuccino, espresso, caffellatte, macchiato, sono oramai usati internazionalmente nell’ambito della caffetteria. Nemmeno è un caso che le più importanti “città del caffè” sono italiane, oltre a Napoli che ne è la capitale, Torino, Venezia, Roma, Firenze e Trieste. Ciò nonostante l’amata bevanda non è originaria della nostra penisola bensì della regione Kaffa in Etiopia ed il primo popolo che iniziò a farne uso furono gli arabi. Ancora a conferma della universalità del caffè dobbiamo aggiungere che lo stesso ha avuto grande sviluppo in termini di produzione nei paesi subtropicali come il Brasile, la Colombia, il Costarica, il Vietnam, l’Indonesia, il Kenya, dove gli arbusti si sono adattati con successo al loro clima. Non dimentichiamo, infine, che, accanto ai paesi produttori, il caffè si è diffuso anche, e soprattutto, nei paesi consumatori ovvero in quelli ad alto consumo del nero infuso: Italia, Francia, Spagna, Austria, Germania, Stati Uniti d’America.

Il caffè, anche se bevuto con ricette e metodi differenti di preparazione nelle diverse parti del mondo, costituisce, dovunque e trasversalmente, un importante catalizzatore sociale, proprio come la musica o il cinema, in grado di unire persone di differenti lingua e cultura. Prova ne è il fatto che turisti da tutto il mondo vengono a Napoli per provare il nostro caffè, unico e inconfondibile, serbando l’espresso napoletano tra i ricordi più piacevoli della loro vacanza.

Bevuto a Napoli il caffè ha la capacità di vero e proprio “rompighiaccio”, pretesto di confronto, motivo di dialogo e buon convogliatore di conoscenza tra visitatori stranieri e baristi napoletani. Ciò succede anche altrove, sebbene in misura minore.

Il caffè, insomma, è bevanda capace d’unire le mille culture, superando, con un suo sorso, differenze e diversità! Nel contesto internazionale attuale, con gravi problemi legati alle migrazioni dei popoli, ai conflitti razziali e a quelli religiosi, la tazzina di caffè può costituire un piccolo esempio di come, con poco, si possano abbattere differenze ed incomprensioni: condividere la bevanda universale è dialogare, incontrarsi, conoscersi, capirsi. I luoghi dove si beve il caffè, dal più piccolo dei bar alla rinomata caffetteria, escludono paure, incomprensioni e differenze, rappresentano l’ideale stanza dell’intercambio linguistico e culturale, dove “lo straniero” incontra “l’altro straniero”, dove è più facile capire che, aldilà delle apparenti differenze, i popoli non sono stranieri ma costituiscono i figli diversi della stessa famiglia, quella del genere umano oltre colori e religioni!

Non vogliamo essere presuntuosi ma, pensiamo e con convinzione, che un caffè condiviso contribuisce a rendere il mondo un posto più bello dove trascorrere quella esperienza meravigliosa che è la vita.

   Turchia – Il Turk Kahvesi

La diffusione del caffè in Europa, a partire dalla fine del XVII secolo, costituisce evento veramente rivoluzionario nel costume e nelle abitudini alimentari degli abitanti del Vecchio Continente. Aprono le bot­teghe del caffè e il nero in­fuso seduce gli europei con il suo gusto forte ed intenso; nero infuso, sì, perché di infuso si tratta. Tale originario modo di preparare e bere il caffè è rimasto inalterato nei secoli ed è tutt’ora in uso nei Paesi Arabi, mentre in Europa e nelle Americhe hanno avuto successo differenti tecnologie e ricette.

In Turchia, dove si origina e perma­ne la preparazione del caffè come infu­so, la bevanda nazionale è il famosissimo kavhe (protetto dall’Unesco come Patrimonio dell’umani­tà dal 2013), che si prepara facendo bollire la pol­vere di caffè in un particolare bricco con il manico lungo (chiamato ibrik), solitamente in ottone. La macinatura del caffè deve essere molto fine. Una volta pronto questo caffè deve riposare per qualche minuto affinché la polvere si depositi sul fondo del bicchiere.

 Vienna – Dalle Kaffeehaus all’Einspänner

Data ufficiale della diffusione del caffè in Europa è il 1683, anno dell’assedio di Vienna da parte dei Turchi Ottomani, nel cui accampamento i soldati degli eserciti europei, dopo la vittoria, rinvennero chicchi e polvere di caffè. E’ così che il caffè fa il suo ingresso alla corte di Vienna e di qui rapidamente si diffuse con il sorgere di “botteghe del caffè” che poi, successivamente, saranno chiamate KaffeeHaus. Dopo oltre 300 anni Vienna è citta del caffè, con molti Caffè storici riconosciuti patrimonio Unesco quali istituzione tipica della società viennese. Tra le bevande a base di caffè più amate dai viennesi ricordiamo il Melange, il Kapuziner e l’Einspänner che sono tutte varianti del caffè con l’aggiunta di latte e panna.

 Francia – Les Cafès de Paris

Il caffè in Francia arriva verso la metà del XVII secolo ed il primo Caffè parigino, il Le Procope, apre i battenti nel 1683. Il caffè non conquista subito il cuore dei francesi anche per il vero e proprio “boicottaggio” promosso dai vinicoltori che temevano che il “Vino d’Arabia” potesse mettere in crisi il Vino Francese. Superate le resistenze, il caffè si diffonde ben presto e verso la fine dell’ottocento Parigi è ricca di Café, luoghi di animazione dei boulevards, non semplici caffetterie ma ritrovi dove poter mangiare e bere vino, ostriche e champagne e, ovviamente, caffè. La loro struttura è inconfondibile: verande, coperture, sedie e tavolini in stile Belle Epoque. In Francia ebbe grande successo la French Press una macchina da caffè casalinga con lo stantuffo che i nostri cugini d’oltralpe utilizzano per preparare il loro caffè.

 U.S.A. – Dal caffè filtro alle grandi multinazionali del caffè

Come si beve il caffè negli Stati Uniti? Per chi non fosse mai stato nel nuovo continente è possibile farsene un’idea guardando i film americani dove si vedono gli attori con in mano bicchieri monouso pieni di caffè, tra le trafficate strade newyorkesi o negli uffici allocati nei grattacieli con in mano il famoso Mug o, infine, nei punti di ristoro dove la cameriera di turno cammina tra i tavoli dei clienti con questa specie di caraffa che negli States si chiama bowl. Il tipo di caffè che amano gli americani è il caffè filtro ovvero un tipo di caffè preparato versando acqua calda sul caffè macinato, raccogliendo in una caraffa il liquido risultante tramite l’aiuto di un filtro. Con il passare del tempo si sono imposte le grandi catene del caffè che “impongono” l’idea americana di bar e caffetteria in tutto il mondo.

 Messico – Cafè de Olla

Il Centro ed il Sud America sono paesi coltivatori ed esportatori del caffè. Il Messico è un paese dove il caffè è molto consumato. Esiste uno speciale tipo di caffè, voce fondamentale dell’esportazione messicana, che viene cotto in pentole di terracotta e preparato con una stecca di cannella, zucchero di canna, caffè in polvere e acqua bollente.

 

 Irlanda – L’Irish Coffee

Si racconta che negli anni ’40 del secolo scorso, nell’aeroporto di Shannon, il barman Joe Sheridan aveva l’abitudine di ristorare i viaggiatori esausti ed infreddoliti con un caffè arricchito con whiskey e zucchero. E’ l’Irish Coffee, un drink dal gusto forte e delicato al contempo, che regala note di dolcezza al palato. Con un bicchierino di whisky irlandese, zucchero di canna, caffè caldo e panna addensata, s’ottiene un’ottima alternativa al caffè tradizionale. Quando la notizia di questo caffè arrivò negli Stati Uniti, grazie ad un giornalista del San Francisco Chronicle, una volta assaggiato riscosse grande successo, facendo meritato ingresso nella lista ufficiale dei Cocktails IBA.

 Vietnam – Il caffè Ca Phe Da

Una bevanda davvero rinfrescante composta da una tazzina di caffè, 3 di acqua bollente, ghiaccio e due cucchiai di latte condensato. Per chi volesse osare invece consigliamo di assaggiare il Ca Phe Trung, un caffè speciale dove i chicchi di caffè vietnamita filtrati si amalgamano perfettamente con una crema a base di tuorlo e latte condensato.

 Etiopia – Il Caffè Buna

Il caffè tipico dell’Etiopia è contraddistinto da un sapore ricco e profumato aromatizzato al cardamomo nero. La preparazione di questa bevanda è una vero rituale che va dalla tostatura in padella dei chicchi, alla macinatura di quest’ultimi nel mortaio, fino all’infusione nella jebena, una tradizionale caffettiera in terracotta che cuoce sui carboni ardenti.

 Senegal – Caffè e religione

In questo paese il caffè è un vero e proprio rito: accompagna i fedeli nella recita delle preghiere quotidiane. Viene chiamato Touba in omaggio alla città sacra del Senegal. Si prepara versando in una tazza caffè, zucchero con aggiunta di selim (una spezia) e chiodi di garofano.

 Paesi scandinavi – Il Karsk

Forse non tutti sanno che in Norvegia, Svezia e Finlandia c’è il più alto consumo pro capite di caffè al mondo; qui se ne consuma in media circa 10 chili a persona l’anno.  La versione speciale è il Karsk, caffè rurale con consistente aliquota di liquore, utile a combattere il clima rigido. Veramente unica è l’usanza di mettere sul fondo della tazza una moneta e versare il caffè fino a sommergerla completamente. Dopodiché si versa del liquore fino a che la moneta non riemerga di nuovo.

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