Il barista a Napoli
Articolo di Michele Sergio pubblicato su L’Espresso Napoletano del mese febbraio 2018
Quello del barista è tra i mestieri più diffusi nella nostra città; nulla di sorprendente considerato che Napoli è tra le città con la più alta densità di bar e caffetterie al mondo. Più in particolare la figura che maggiormente si distingue tra i baristi napoletani è quella del macchinista, dell’addetto alla macchina del caffè, vero e proprio deus ex machina (è il caso di dirlo!) d’ogni Bar!
Il macchinista napoletano si differenzia da ogni altro per varie ragioni.
Per il bagaglio d’esperienza che acquisisce in breve tempo innanzitutto, visto che, a differenza che altrove, il bar a Napoli è essenzialmente caffetteria per soddisfare la richiesta quotidiana, veramente alta, di caffè espresso da parte dei napoletani (la nostra città detiene il record di consumo di caffè pro capite in Italia, pari, in media, a 5 caffè al giorno).
In secondo luogo per la peculiarità del suo lavoro quando si tenga presente che l’espresso napoletano si differenzia notevolmente da quello d’altre parti d’Italia per tecnologie, procedure e metodi, usanze e miscele.
Solo a Napoli, per cominciare, la Macchina per la preparazione del caffè espresso è quella a leva laddove, nel resto d’Europa, regna incontrastata la macchina automatica (o, per meglio dire, ad erogazione continua). La macchina a leva dà al barista maggiore libertà nella preparazione e gli consente di preparare più caffè contemporaneamente; sarà pur meno moderna rispetto alle automatiche, ma rende creativa la preparazione della bevanda, emancipa il macchinista dal ruolo di semplice programmatore/esecutore cui, invece, lo confina la macchina automatica.
Sotto il profilo dell’uso, poi, è tradizione tutta napoletana servire il caffè nella tazzina bollente, così che l’attenzione di chi lo beve è tenuta desta (per non scottarsi): il caffè a Napoli non si beve distrattamente, quelle poche dita di bevanda devono essere sorbite attentamente, assaporate con intensità partecipativa.
Arriviamo, infine, alla celeberrima miscela napoletana (mix equilibrato e sapiente di ottime differenti qualità di caffè) ed ai metodi di ottenimento della stessa, attraverso la lenta tostatura ad alta temperatura.
Il caffè espresso napoletano: unico ed inconfondibile, come unici e specialisti sono i macchinisti partenopei.
Tale e tanto patrimonio storico e culturale ha giustamente ispirato nelle scorse settimane l’avvio, al Gran Caffè Gambrinus, della raccolta delle firme per la candidatura UNESCO del caffè espresso napoletano. Dopo il riconoscimento ottenuto dalla pizza napoletana è, ora, la volta del Nostro caffè, di un bene immateriale che merita altrettanta attenzione e protezione internazionale.
L’espresso della nostra città è copiato in tutto il mondo, ma non con analoghi esiti, perché non è preparato con la stessa arte, non con lo stesso spirito, non con lo stesso cuore che solo i nostri baristi, i macchinisti napoletani, riescono a infondervi. Anche quando con macchinari e miscele simili, l’espresso preparato in ogni altra parte che non sia Napoli è cosa differente rispetto al nostro, rispetto a quello che ogni turista in visita nella nostra città vuole provare almeno un volta – ma mai si limita ad una sola degustazione – convinto, senza sbagliarsi, di vivere un’esperienza di gusto e culturale unica.
Vera e propria istituzione della società partenopea, l’espresso napoletano merita senz’altro il riconoscimento UNESCO, al pari dei Caffè Viennesi e del Caffè Turco che (forse non tutti lo sanno) hanno ricevuto il “titolo”, rispettivamente, nel 2011 e nel 2013. Siamo convinti che ogni napoletano e tutti gli amanti sparsi per il mondo intero pensino che il riconoscimento di patrimonio dell’umanità del nostro caffè espresso sia (almeno) altrettanto meritato.
C’è solo da augurarsi che i Caffè ed i Bar tutti di Napoli, le migliori forze culturali, sociali e amministrative, sostengano in maniera compatta la candidatura, sì da aggiungere un nuovo, ulteriore e prezioso elemento di lustro, riconoscibilità ed eccellenza della nostra città e dei suoi storici e unici sapori.
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