Un’idea semplice e geniale: il caffé nocciola

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Il successo e la diffusione del caffè nocciola nelle caffetterie napoletane risale agli anni ’90 quando un vento di innovazione ed un rinnovato impulso allo sviluppo economico e sociale attraversarono Napoli.

Ospite nel 1994 del G7 (il vertice delle allora sette nazioni più sviluppate economicamente al mondo); con il suo centro storico dichiarato nel 1995 patrimonio dell’umanità dall’Unesco; con la sua piazza più rappresentativa, Piazza del Plebiscito, finalmente restituita alla città (dopo essere stata “liberata” dalle auto che in sosta ne riempivano l’intera area) come luogo ideale per lo svolgimento di eventi sociali, artistici e culturali (l’allocazione de “La montagna di sale”di Mimmo Palladino del 1996, il Festivalbar del 1997, i concerti di fine anno trasmessi dalle reti televisive nazionali), Napoli ha vissuto, in quegli anni, un vero e proprio rinascimento (come alcuni ebbero a definirlo).

In quegli anni di fermento, Napoli costituì un significativo polo d’attrazione turistica, con un sensibile aumento delle presenze, anche straniere, (finalmente) attratte dalle nostre uniche ed immense bellezze naturali ed artistiche. Da tanto stimolati ecco che i maestri caffettieri napoletani proposero varie novità tra le quali quella di più successo fu il Caffè Nocciola, che nel giro di pochi anni è divenuto un must ed oggi un vero e proprio classico della tradizione caffettiera napoletana.

Questi gli ingredienti secondo l’oramai storica ricetta del Gambrinus:

nella mousse alla nocciola (preparata mescolando zucchero a velo, latte, panna da pasticceria e pasta alla nocciola), si versa una tazzina di caffè espresso bollente, si gira velocemente ed è pronto per essere gustato.

L’unione tra caffè e nocciola fa si che il caffè più delizioso del panorama napoletano delle caffetterie si realizzi.

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