C’era una volta il caffè a Napoli

Articolo pubblicato su Il Roma il 07 marzo 2022

Non tutti sanno che nel corso degli ultimi anni il caffè ha subito molti cambiamenti e avuto importanti evoluzioni sia per quanto riguarda le miscele che per le tecniche di tostature differenti. Oltre 50 anni fa a Napoli, infatti, i chicchi di caffè venivano tostati in un modo molto particolare. Prima dell’avvento dell’industrializzazione, negli ‘50 e ’60 del secolo scorso nei Quartieri spagnoli, c’erano tantissime piccole torrefazioni artigianali gestite da famiglie napoletane. Il caffè veniva prodotto sia per uso domestico che per la ristorazione. Numerosi gestori delle caffetterie, però, dopo avere acquistato il caffè crudo, si recavano in queste botteghe per personalizzare le loro miscele. Per intenderci le famiglie che gestivano queste torrefazioni (che oggi si chiamerebbero micro-roastery) mettevano a disposizioni macchine, struttura e assistenza. Queste attività venivano svolte nei locali fronte-strada che a Napoli vengono chiamati bassi o “vasci”. Era, perciò, un caffè diverso, artigianale, personalizzato perché i gestori delle caffetterie conoscevano appunto, le ricette delle loro miscele. Anche per questo motivo in quegli anni Napoli rafforzò il suo primato di capitale del caffè.

Nella famosissima canzone “‘O cafè” di Domenico Modugno del 1958, infatti, c’è una strofa che dice “ah che addore ‘e cafè che si sente per sta città!”… Le persone in avanti con gli anni, infatti, ricordano spesso con nostalgia l’odore di caffè che si sentiva passeggiando tra i vicoli dei Quartieri spagnoli. Con il passare del tempo, però, pian piano queste piccole realtà sono scomparse, anche per via dei fumi, degli odori e delle immissioni che davano fastidio agli abitanti e sono state sostituite dalle grandi industrie del caffè ubicate in periferia o nelle zone industriali.

I Quartieri per anni trascurati, oggi sono diventati una meta turistica piena di piccoli ristoranti, pizzerie e caffetterie. Inoltre sono stati dedicati tantissimi murales agli illustri personaggi che hanno reso grande Napoli come Maradona, Sophia Loren, Bud Spencer e Totò.

Molti si chiedono se ci sarà un ritorno di queste piccole torrefazioni artigianali. Impossibile dirlo. Negli ultimi anni, però, si sta formando una nuova generazioni di baristi e torrefattori (i quali sono portatori di idee diverse rispetto al passato) e che preferiscono proporre ai loro clienti le proprie miscele piuttosto che acquistarle dalle grandi industrie del caffè. Non ci resta che vedere gli sviluppi di queste idee e aspettare le risposte dei consumatori. 

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