Dai viaggiatori del Grand Tour del 700 ai food influencer dei giorni nostri, Napoli è sempre stata la meta ideale per chi è alla ricerca di nuove esperienze gastronomiche.
La Pizza, gli spaghetti, il ragù, la sfogliatella, il babà , la pastiera e le tante altre pietanze tipiche della tradizione culinaria partenopea sono oggi apprezzate e conosciute in tutto il mondo per due motivi storici.
In primo luogo perché i golosi re della dinastia Borbone chiamarono alla propria Corte i più raffinati chef d’Europa. Questi realizzarono per i sovrani una varietà infinita di ricette che nel corso dei secoli sono riuscite a mantenere peculiarità e unicità , conservando il loro carattere nel rispetto della tradizione, col risultato di deliziare e meravigliare, ancora oggi, i loro fortunati fruitori con i colori, i profumi e i sapori di una terra antica e leggendaria.
In secondo luogo non va dimenticato l’incredibile contributo che diedero gli emigranti napoletani che negli Stati Uniti portarono le loro ricette nel nuovo continente. La gastronomia partenopea piacque così tanto agli americani che questi ultimi, attraverso il cinema, le canzoni e la televisione, le hanno poi promosse in tutto il mondo.
Anche il caffè, ovviamente, fa parte della nostra tradizione culinaria e chi si reca a Napoli non può non provare la celeberrima na’ tazzulella e cafè. Ecco le più ricorrenti frasi pronunciate dai turisti italiani quando si recano nei bar partenopei.
- Come faccio a berlo senza scottarmi le labbra? Molti turisti, non abituati a bere il caffè nella tazzina calda, così come imposto dalla tradizione, le prime volte bevono il caffè con qualche difficoltà.
- Vi offendete se chiedo un caffè decaffeinato? Per il fatto di trovarsi nella città del caffè capita spesso di vedere l’imbarazzo sui volti di molti visitatori quando chiedono al barista di preparargli un deca.
- Perché offrite sempre un bicchiere d’acqua prima del caffè? Non tutti sanno che il momento del caffè a Napoli è un vero e proprio rito composto da tanti piccoli passaggi (bere il bicchiere d’acqua, girare sempre il caffè, stare attenti alla tazzina calda) che costituiscono, tra l’altro, profili interessanti sotto un profilo antropologico e sociale (ed è per questo motivo che è partita l’iter per la candidatura del rito del caffè napoletano nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
- Ma voi bevete sempre caffè? Quando il visitatore viene a contatto con le abitudini dei napoletani si rende immediatamente conto del grande consumo quotidiano di tazzine che fanno quest’ultimi (una media di cinque caffè pro capite al giorno).
- Voglio pagare un sospeso. Come si fa? L’antica usanza, tutta napoletana, riscoperta negli ultimi anni, di lasciare pagato un caffè al bar per uno sconosciuto che non ha i soldi per acquistarlo, è piaciuta così tanto che chi viene in visita a Napoli non può fare a meno di non praticarla.
- Ma è vero che il segreto del caffè napoletano è l’acqua? Chi dice che l”™elemento chiave di un buon caffè sia l’acqua certamente non sbaglia, perché l’acqua è uno dei due ingredienti (con la polvere di caffè ovviamente) della bevanda più diffusa nel mondo.
- La maggior parte dei visitatori rimane stupita dalle bellezze paesaggistiche ed architettoniche, nonché culturali e gastronomiche, della città di Napoli, anche considerato che, molti di questi, condizionati dai luoghi comuni, ivi giungono con una bassa aspettativa del capoluogo campano. Chi entra a contatto con il popolo napoletano e ne comprende la sua antica cultura, la sua profonda filosofia di vita e i profumi e sapori della sua cucina non può non innamorarsene e quando beve l’ultimo caffè, prima del viaggio di ritorno, saluta con questa frase il suo (nuovo) amico barista napoletano. Mi mancherà il caffè napoletano!
I commenti sono chiusi.