‘O guaglione e fuori casa

‘O guaglione e fuori casa ovvero il ragazzo che porta i caffè a domicilio

È una tradizione antica del tutto napoletana quella della figura de “’o guaglione ‘e fuori casa”. In passato, ma anche ai giorni nostri, nei bar dei quartieri popolari e nei mercati partenopei non è mai mancato il garzone che porta il caffè (ed altro) nelle case e nei negozi della zona.

Questa figura è nata subito dopo la seconda guerra mondiale. Quando anche per i giovanissimi era necessità familiare lavorare, contribuire all’economia familiare, portando a casa la “giornata”, la “settimana” o la “mesata” (lo stipendio giornaliero, settimanale o mensile). Tra le varie opportunità lavorative si diffuse ben presto, tra le altre, anche quella di lavorare come, garzone addetto al recapito a domicilio delle consumazioni.

In generale ogni giovane che iniziava a lavorare presso un bar o un caffè doveva “fare la gavetta”. Ovvero iniziare dalle mansioni più semplici ed umili, considerate (non a torto per la verità) indispensabili ad acquisire esperienza. Necessario trampolino di lancio verso le più qualificate mansioni di barista e cameriere.

Visita al mercato della Pignasecca

Mercato Pignasecca - Napoli
Mercato Pignasecca – Napoli

Nel popolarissimo quartiere della Pignasecca c’è un mercato rionale tradizionale, antico. Forse il più antico di Napoli (qualcuno dice sia iniziato nel XVI secolo!). Vero e proprio suk in salsa partenopea, che richiama immagini che i più pensano andate, ma che, invece, vivono lì, sostanzialmente immutate da secoli. Bancarelle espositive innanzi ad ogni bottega sfruttano scientificamente ogni centimetro occupabile, in un insieme coreografico unico!

Opulenti banchi di pesce, coloratissime esposizioni di frutta e verdura, invoglianti allestimenti di salumi e formaggi riempiono gli occhi; i nasi sono inebriati dai profumi provenienti dalle rinomate friggitorie e tripperie; le orecchie piacevolmente martellate dalle grida dei venditori che competono nell’urlare cantilene antiche di propaganda e presentazione delle proprie mercanzie.

Immancabile è il giovane, con tanto di gilet, cappellino e vassoio, che va e va per negozi e bancarelle distribuendo caffè. Il caffè non solo per i commercianti e i lavoratori, ma anche per i clienti cui immancabilmente viene offerto dai primi per cortesia (ma anche per ingraziarseli!).

Approfondimento

La storia di Gennaro Ponziani

Gennaro Ponziani
Gennaro Ponziani

Il sogni d’ogni garzone di bottega è diventare responsabile (se non proprietario) di quell’attività. Racconta Gennaro Ponziani, oggi direttore di sala del Caffè Gambrinus, che, prima d’arrivare a tale responsabilità, nei suoi oltre 50 anni di lavoro (non ha ancora compiuto 60 anni) ha fatto di tutto. Garzone di vinaio, fornaio, salumiere, barista, cuoco. Ad appena 8 anni, frequentava la seconda classe elementare, cominciò per necessità a lavorare. Prima “occupazione”? Manco a dirlo: guaglione ‘e fuori casa” in un bar nel mercato della Pignasecca. “Guadagnavo 1000 lire al giorno e passavo le mie giornate portando caffè dappertutto: dalle botteghe alle case private”.

Racconta sempre Gennaro che iniziò anche ad organizzarsi autonomamente nel suo piccolo. Comprava i caffè per poi rivenderli alle persone del posto girando per il mercato con il vassoio pieno di tazzine. E’ la “tentata vendita” che, almeno dopo pranzo, quando ogni napoletano beve il suo caffè, sortiva sempre buon esito. Per fortuna del piccolo Gennaro che oggi è il responsabile di uno dei caffè storici più importanti al mondo.

Michele Sergio

Articolo pubblicato su L’Espresso Napoletano nel mese di settembre 2017