Come si beve il caffè nelle regioni “arancioni” e “rosse”

Come si beve il caffè nelle regioni “arancioni” e “rosse”

Come è noto da novembre 2020 l’Italia è divisa in tre colori. Che non sono, purtroppo, quelli tradizionali della nostra bandiera. Bensì quelli assegnati alle regioni in base all’indice dei contagi da Covid 19. Giallo (rischio minimo), arancione (rischio moderato) e rosso (rischio elevato).

Il Ministero della Salute, ogni settimana, assegna il colore a ciascuna regione. In base ad esso i cittadini godono di livelli di libertà differenti. Per quanto riguarda il mondo della ristorazione in zona arancione o rossa è consentito solo l’asporto (e le consegne a domicilio) dalle ore 05:00 alle ore 18:00.

Nuove regole per i clienti dei bar

Quindi un cliente che decide (possono essere solo provenienti dalla regione stessa perché è escluso la possibilità a cittadini di altre regioni di venire in Campania se non per comprovati motivi) di prendersi un caffè al bar deve: essere sottoposto al controllo della temperatura all’ingresso del locale (non deve superare i 37,5 gradi), mantenere il distanziamento inter-personale di almeno un metro, indossare la mascherina, trattenersi nel locale solo il tempo strettamente necessario ad acquistare, consumare all’esterno e mai in prossimità del locale stesso.

Trasgredire tali disposizioni comporta sanzioni pecuniarie sia per l’avventore che per il gestore del locale (oltre, eventualmente, alla sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio da 5 a 30 giorni in caso di grave o reiterata violazione).

L’asporto: l’unica soluzione

Il caffè, quindi, può essere solo d’asporto. Ciò crea non pochi disagi ai consumatori abituati a berlo seguendo le regole del rito del caffè napoletano. Cosa non certo facile considerato che un vero napoletano sa che per rispettare le dette regole della tradizione deve bere prima il bicchiere d’acqua, poi girare il caffè e ciò sempre in compagnia. Farlo per strada, in piedi, senza appoggi e con la mascherina, è certamente impresa ardua ma i napoletani, non rinunciano certo al loro espresso, magari poggiandosi su di un muretto o chiedendo al barista di zuccherare prima il caffè da portare fuori al bar, profittando del momento del bere per scambiare una chiacchiera con l’amico.

E’ fondamentale contenere il maledetto virus rispettando le regole. E’ anche, però, importante mantenere viva la socialità. Speriamo che vengano presto tempi migliori. Consentendoci il ritorno alla normalità per così perpetuare e trasmettere alle generazioni future la cultura del rito del caffè napoletano.

A Napoli il caffè è una cosa seria!

Michele Sergio

Articolo pubblicato su Il Roma il 28 febbraio 2021