I MURALES

I MURALES

La storia dei Quartieri spagnoli

I Quartieri spagnoli, un dedalo di vicoli e vicoletti che si snodano alle spalle di via Toledo. Nel pieno centro storico di Napoli. Rappresentano l’anima vera e genuina della nostra città. Impossibile non restare affascinati dalla loro visita. Essi furono progettati a pianta reticolare e costruiti nel XVI secolo. Per volontà del viceré Don Pedro de Toledo per i soldati spagnoli ivi “acquartierati” per reprimere le rivolte contro il turbolento popolo napoletano.

Fatta un po’ di storia, chi percorre i suddetti non può non essere travolto dai colori, sempre sgargianti. Dai sapori e dagli odori che promanano da ogni casa e dalle tante osterie, locali e localini che arricchiscono la zona.

I Quartieri sono noti, tra gli altri motivi di interesse, anche per i tantissimi murales (dipinti sulle pareti dei palazzi) che sono stati realizzati, nel corso degli ultimi anni da artisti noti e sconosciuti. E che costituiscono oramai, parte integrante e indissolubile del territorio. Rappresentando un unicum storico-artistico nel contesto architettonico degli edifici.

È un dovere oltre che è un piacere raccontare al lettore de L’Espresso napoletano il significato e l’importanza sociale. Oltre, ovviamente, che il richiamo turistico che queste insolite opere d’arte rappresentano.

In viaggio in moto alla ricerca del murale perduto

Per scrivere questo articolo, era doveroso, prima di tutto, raccogliere le “fonti”. E, quindi, una domenica d’estate di mattina presto, in sella alla mia moto, sono andato a fotografare i tanti murales che affrescano le facciate dei.

Questo insolito tour è iniziato con il murale dedicato alla giornalista e patriota Eleonora de Fonseca Pimentel (a firma di Leticia Mandragora) nei pressi della salita di Sant’Anna di Palazzo. Qui viveva appunto la sfortunata martire della gloriosa rivoluzione partenopea del 1799.

Eleonora De Fonseca Pimentel
Eleonora De Fonseca Pimentel

La ricerca dei murales continua percorrendo le strade parallele alla via Toledo (via Speranzella, Vico lungo Teatro nuovo, Vico lungo Gelso, vico tre Regine e vico lungo San Matteo ecc). Qui appaino l’uno dietro l’altro i volti dei figli più famosi della nostra città. Dal “cantore di Napoli nel mondo” Aurelio Fierro all’indimenticato Pino Daniele. Passando da Bud Spencer, raffigurato però con un’istallazione in stencil di legno, al drammaturgo Enzo Moscati. Senza dimenticare i tantissimi murales dedicati ai calciatori del Napoli.

Da notare che anche una semplice scalinata che collega due vicoli può essere oggetto di intervento artistico. In salita Concordia, ad esempio, si può ammirare uno scorcio molto particolare con una scalinata con tutti gradini completamente dipinti con i colori dello scudetto.

I murales sono dedicati anche a personaggi comuni come il simpatico abitante dei quartieri divenuto famoso sui social per avere ivi portato, qualche estate fa, una piccola piscina per permettere ai bambini del posto di fare il bagno.

Murales dedicati ai grandi figli di Partenope

Per gli estimatori del grande Totò deve essere visitato, nel cuore dei quartieri, il vicolo dove sono rappresentanti in successione i suoi principali personaggi da lui interpretati nei suoi film.

Non poteva, ovviamente, mancare la carrellata di murales dedicata agli altri grandi figli di Partenope. Sophia Loren, Mario Merola, Nino D’Angelo, Massimo Ranieri, Eduardo De Filippo, Gigi D’Alessio. C’è anche il murale di Geolier e quello raffigurante il nostro protettore San Gennaro.

Eleonora De Fonseca Pimentel

Maradona e il suo murale

Finalmente si arriva al murale più famoso di tutti, quello dedicato a Diego Armando Maradona. Murale ubicato nell’omonima piazzetta in via Emanuele De Deo. L’emozione è enorme e notevole è il contrasto tra gli spazi stretti dei vicoli angusti con lo slargo che all’improvviso appare agli occhi del visitatore. Bandiere, magliette, striscioni, dipinti e tante persone, in un frastuono di voci ed in caleidoscopio di colori. Tutti questi elementi formano un vero e proprio tempio con i suoi visitatori.

Soffermandoci per un attimo sulle raffigurazioni del Diez, la piazzetta Maradona, è divenuta luogo di pellegrinaggio “sportivo”. Ma anche luogo di culto per tutti gli amanti del Pibe de oro. Ciò grazie anche allo straordinario contributo che ha saputo dare Salvatore Iodice decidendo nel 2016 di restaurare un vecchio murale raffigurante in figura intera Maradona (autore Mario Filardi). La figura è alta quasi 15 metri e realizzata su una facciata di un palazzo prospiciente sulla piazzetta.

Altra curiosità: il volto di Maradona è posizionata su una finestra di un appartamento che affaccia proprio sulla piazza. Salvatore Iodice, durante il restauro, per far si che il viso fosse sempre visibile, ha installato delle ante di legno disegnandosi sopra il volto.

Ultimo murale oggetto della mia visita è quello che guarda la medesima piazzetta “Maradona”, grande e artistico, raffigurante l’Iside di Francisco Bosoletti, liberamente ispirata alla statua della Pudicizia esposta nella cappella di San Severo.

Murale Maradona
Murale Maradona

Riflessioni

Visti i murales più celebri potremmo qui dichiarare chiusa questa visita. Girando però per questi luoghi, ho trovato di più di quello che mi aspettavo. Napoli è una città ricca di sorprese.

In primo luogo ci si incanta ad ammirare gli innumerevoli scorci tutti pittoreschi con antichi edifici e verde inaspettato in un’area urbana così densamente popolata. Incredibile come tantissimi palazzi giacciono in un completo stato di abbandono o di degrado nonostante la recente rivalutazione del territorio.

In secondo luogo, salendo le stradine (ricordiamo che i quartieri sono stati costruiti ai piedi della collina di San Martino) si può arrivare in diversi punti dove si può ammirare un panorama mozzafiato della città. Qui è possibile vedere dall’alto il cupolone della Galleria Umberto I. Ma anche la profondità di Spaccanapoli (la via che taglia letteralmente in due il centro storico). Degno di menzione è vico Paradiso (deve il nome alla vista che dallo stesso si gode). Peccato che le scale mobili che lo collegano alla stazione della metropolitana di Montesanto non sono ad oggi utilizzabili.

Infine oltre ai murales le facciate dei palazzi dei quartieri sono anche tempestate da graffiti vari. Mi ha colpito una scritta enorme “La vida es una tombola” accompagnata da una versione inquietante della maschera di Pulcinella. Tralascio il materasso per strada che lo copriva parzialmente.

Conclusioni

In conclusione possiamo dire che a differenza degli anni ’80 dove era addirittura sconsigliato entrarvi, oggi i quartieri spagnoli sono diventanti sito turistico famoso in tutto il mondo (in Italia secondo per numero di visitatori solo al Colosseo). I quartierani hanno capito che il turismo è una risorsa preziosa. Ed è così sono sbocciati tantissimi bar, ristoranti, locali e B&B. I napoletani stanno cambiando in positivo e, conseguentemente, sta cambiando in positivo la città diventando una metà turistica internazionale.

Restano però delle zone d’ombra e di incuria che ancora inquinano l’immagine positiva che i napoletani stanno costruendo. Va bene il fascino di un quartiere antico e anche un po’ trascurato (tipico delle gouache ottocentesche) ma il degrado no.

 

Articolo scritto da Michele Sergio e pubblicato su L’Espresso Napoletano nel mese di ottobre 2024