Intervista a Lino Guanciale

Intervista a Lino Guanciale

Sull’onda del grande successo di critica e di pubblico che ha avuto la fiction “Il Commissario Ricciardi” abbiamo avuto l’onore ed il piacere di intervistare l’attore del momento: Lino Guanciale.

  1. D) Ciao Lino, grazie della possibilità dataci d’intervistarti. Ci parli un po’della tua vita e del tuo lavoro?
  2. R) Sono originario di Avezzano in Abruzzo, padre medico (specialista in analisi di laboratorio e medico di famiglia) e madre insegnante. Pensavo di diventare anche io medico (infatti, dopo il liceo, ho superato il test di ingresso della facoltà di medicina di Roma). A 19 anni feci, però, un corso di teatro e capii d’avere trovato un posto dove riuscivo a comunicare con gli altri e sentirmi connesso con il mondo. Recitare mi incuriosiva ma, allo stesso tempo, mi spaventava la precarietà della vita degli artisti ed il fatto che avrei lasciato la facoltà di medicina. Decisi, quindi, di iscrivermi a Lettere e di frequentare l’Accademia d’Arte Drammatica a Roma di Silvio D’Amico. Avevo 21 anni. Ho iniziato tardi la carriera di attore. Di solito chi vuole fare questo mestiere inizia presto.
  3. D) Chi sono stati i tuoi maestri e quando c’è stato il passaggio dal teatro al grande schermo?
  4. R) Le persone che mi hanno insegnato la disciplina e la visione artistica sono stati Claudio Longhi, direttore del Piccolo Teatro di Milano. In Accademia Pino Passalacqua (il padre adottivo di Elena Sofia Ricci, mia grande collega ed amica) e Marisa Fabbri. Ho avuto la fortuna di lavorare con Ronconi e con Gigi Proietti. Dal 2008/2009 ho iniziato a fare cinema e qualche anno dopo la tv. Ho recitato nella serie televisiva “Una grande Famiglia” dove ho interpretato il ruolo di Ruggero Benedetti Valentini che piacque molto al pubblico. Ho avuto poi una accelerazione sei-sette anni fa con “Che Dio ci aiuti”.
Lino Guanciale
Lino Guanciale
  1. D) Adesso sta andando in onda la fiction di grande successo il “Commissario Ricciardi”. Ci racconti le tue emozioni prima, durante e dopo le riprese?
  2. R) Già conoscevo i romanzi di Maurizio De Giovanni. Quando seppi di questo progetto speravo molto nella parte da protagonista. Durante le riprese, poi, mi sono concentrato molto per dare una costruzione più fedele possibile del personaggio. Portando con me l’impressione bella del lettore. A riprese completate sapevamo tutti di avere fatto un buon lavoro ma, ovviamente, non sapevamo come il pubblico avrebbe reagito. Ho avuto un po’ di “paura buona”: da un lato perché non volevo “tradire” i romanzi e dall’altro perché era importante essere all’altezza e non rendere le cose troppo semplici. Alla fine sono rimasto contentissimo. Cammino a 2 metri da terra!
  3. D) Sei testimonial di UNHCR. Complimenti. Come è iniziata questa collaborazione?
  4. R) Circa quattro anni fa sono stato contattato da questa Agenzia delle Nazioni Unite ed ho subito accettato di collaborare (anche se loro non se lo aspettavano). Le persone che aiutiamo scappano perché oltre ad avere perso tutto rischiano anche la vita a causa delle guerre o di altre calamità. Sono stato in Etiopia e in Libano. Sono rimasto fortemente colpito quando ho scoperto che in un paese (il Libano) grande come la mia regione su 5 milioni di abitanti ben 3 sono rifugiati. Se c’era una causa per la quale dare la mia visibilità era proprio questo progetto.
  5. D) Quanti caffè bevi e come lo preferisci?
  6. R) Ne bevo diversi durante il giorno. Sono un caffeinomane. Il più importante è quello della mattina. Lo bevo ristretto e mai macchiato. Tra moka e capsule, anche se le seconde sono più comode, preferisco la prima che conferisce un gusto più forte.
  7. D) Cosa è il caffè per te?
  8. R) Il caffè è il risveglio migliore del mondo quando sto a Napoli. Il profumo ci aiuta a rientrare nel mondo reale dal mondo dei sogni. La mattina ho bisogno del rito e del profumo prima ancora della caffeina perché questo mi dice che “la giornata andrà bene”. I risvegli napoletani sono sempre positivi.

 

Michele Sergio

Articolo pubblicato su L’Espresso napoletano nel mese di marzo 2021

Crediti foto di  Manuel Scrima