Intervista a Serena Iansiti

Intervista a Serena Iansiti

Il successo della fiction “Il commissario Ricciardi” è certamente il risultato di un lavoro di una squadra formata da tante eccellenze. Serena Iansiti attrice oramai consacrata nel mondo della televisione si è particolarmente distinta in questa fortunata serie.

  1. D) Serena ti ringraziamo della tua gentile disponibilità. Prima di iniziare la nostra chiacchierata ci teniamo a farti i nostri più sinceri complimenti per la tua brillante interpretazione nella fiction “Il Commissario Ricciardi”. Siamo curiosi, dopo averti visto in televisione, di sapere qualcosa di più sulla tua vita privata e dei tuoi esordi in questa professione.
  2. R) Sono di famiglia napoletana ma cresciuta a Latina. Mi sono appassionata sin da ragazza al teatro e al cinema e cercavo sempre di andarci. Avevo grande immaginazione nel creare storie con le mie amiche. Questo gioco poi è diventato una cosa seria tanto che a 15 anni ho iniziato a frequentare un corso di recitazione e a 18 sono andata a Roma per studiare al Centro Sperimentale di Cinematografia. Ho fatto teatro e televisione. La serie che mi ha lanciato è stata Squadra Antimafia.

Serena iansiti

  1. D) Cosa ti piace del tuo lavoro?
  2. R) La cosa più stimolante è interpretare ruoli diversi, mi è capitato già di misurarmi con interpretazioni di donne diverse tra loro. È qualcosa che ti arricchisce come un viaggio. Perdersi nei meandri del personaggio e della sua storia, non dare mai niente per scontato e non giudicarlo anche se è un personaggio negativo. Questo mi affascina. E per questo amo il mio lavoro.

Serena Iansiti

 

  1. D) Come ti senti dopo il grande successo della Fiction “il Commissario Ricciardi”?
  2. R) Sono molto contenta di avere fatto parte di questa storia che tra l’altro è iniziata al Gambrinus dalla penna di Maurizio de Giovanni. In realtà già avevo recitato in un ruolo di un racconto dello stesso scrittore, esattamente “I bastardi di Pizzofalcone”.
  3. Mi è piaciuto interpretare Livia. Donna affascinante, felina ma fragile e forte insieme. È una donna molto moderna: decide di prendersi una vita nuova a prescindere da Ricciardi. Per riappropriarsi della propria vita non è mai troppo tardi. Sicuramente lei aveva i mezzi per potere fare questa scelta (conoscenze, ceto sociale, cantante lirica e viveva in una situazione privilegiata) ma ha anche molto coraggio nel rischiare. Perciò ripeto credo sia davvero una donna molto moderna. Per interpretare questo ruolo ho preso spunto anche dalla lettura dei libri (i romanzi infatti davano una struttura più completa della storia rispetto alla sceneggiatura). Ho trovato materiale fertile per mettere in scena il personaggio.

Serena Iansiti

  1. D) Adesso le due domande classiche della rubrica. La prima: cosa è il caffè per te?
  2. R) Anzitutto sentirne l’aroma. Il caffè napoletano, ancora prima di assaporarne il gusto, ti riporta ai ricordi, sensazioni uniche. Ognuno ha il suo ricordo. Gli amanti del caffè hanno quella connessione che, anche se dura poco (il tempo di una tazzina), è un vero momento di piacere.

Serena Iansiti

  1. D) Seconda domanda: ti piace il caffè?
  2. R) Si tanto. Lo bevo amaro. A casa ho anche la macchina che macina i chicchi. Mi piace sentire l’odore del caffè appena macinato. Non ho orari fissi per prenderlo. Di solito però la mattina quando ne avverto il bisogno. Lo bevo poche volte al giorno, al massimo due. Mi dà un po’ di tachicardia ma non ci posso rinunciare!

 

Michele Sergio

Articoli pubblicato su L’Espresso napoletano nel mese di aprile 2021

Crediti foto di Anna Camerlingo.