La lingua inglese nel mondo del caffè italiano

La lingua inglese nel mondo del caffè italiano
Se fai il barista in una città turistica come Napoli, inevitabilmente apprendi i rudimenti delle lingue straniere. La prima, ovviamente è la lingua inglese. Il bancone dei bar si trasformano in sorta di aula dove i corsi tradizionali sono sostituiti da quotidiane lezioni estemporanee. Lezioni fatte di ordinazioni, sorrisi e conversazioni improvvisate.
Sempre più baristi perfezionano il loro inglese direttamente sul lavoro. E questo grazie proprio al contatto costante con clienti stranieri, aiutandosi sempre meno con le app di traduzione piuttosto che con i mini dizionari tenuti sotto il bancone.
Apprendimento sul campo
La vera scuola, però, è l’interazione diretta. Col tempo e la pratica diventano dei veri esperti. Ad esempio un cameriere sa benissimo che risulta sgarbato dire “Do you want a coffee?” ma suona meglio dire “Would do you like get a coffee?”.
I madrelingua inglesi sono soliti usare i verbi modali per fare qualsiasi tipo di richiesta, perché lo trovano più garbato e meno diretto e rude. Un turista americano o un inglese non dirà mai “I want a coffee”. Dirà piuttosto “I’d like coffee, please” or “could I get a coffee, please”.
I baristi devono ben presto imparare a fronteggiare richieste come espresso take away, american coffee (diverso dal classico espresso) o il cappuccino che può essere small, medium o large. Non dimentichiamo le molteplici varianti. Ad esempio iced coffee (espresso con ghiaccio) oppure per gli amanti del latte vegetale ci sono: soy milk, almond milk e oat milk (che poi tutto sono tranne che latte).
Un barista italo-inglese
Senza dimenticare i tanti termini anglosassoni entranti di prepotenza oramai nel lessico italiano. I più famosi coffee shop (la caffetteria), micro-roastery (piccola torrefazione), very hot (molto caldo), check, please (il conto, grazie) e cash o card (contanti o carta).
In conclusione, saper comunicare in inglese non è solo utile per i turisti. Molti gestori di bar lo considerano ormai una competenza specifica per offrire un servizio che lascia il cliente entusiasta e soddisfatto. Dietro ogni tazzina, si cela un piccolo scambio linguistico e culturale. Il barista italiano impara a dire “Here you go!” o “Enjoy your coffee!”. E il turista a pronunciare “un espresso, per favore” senza esitazioni.
Sono gesti semplici, ma che raccontano una forma di comunicazione autentica, fatta di sorrisi, curiosità e … caffeina!
Michele Sergio
Articolo pubblicato su Il Roma il 18 novembre 2025
Immagine creata con l’I.A.




