La Reggia di Caserta ed il Caffè
Articolo di Michele Sergio pubblicato su L’Espresso Napoletano del mese di Novembre 2017
Dove, quando e perché il caffè si diffuse nel Regno di Napoli
Il caffè ufficialmente si diffonde nel Regno di Napoli nel 1771 grazie alla Regina Maria Carolina che lo propose ai suoi ospiti durante una delle sue sfarzose feste nella Reggia di Caserta. Da quel momento il caffè ebbe una vera e propria esplosione nel Sud Italia ed in particolare a Napoli. Infatti con il passare degli anni il nero infuso acquisì delle peculiarità e caratteristiche che lo resero unico nel suo genere fino a diventare uno dei simboli della napoletanità nel mondo e apprezzato da tutti.
Oggi la Reggia di Caserta è uno dei siti museali più visitati d’Italia grazie anche allo straordinario lavoro che sta svolgendo da quasi due anni il nuovo direttore Mauro Felicori, bolognese, ex dirigente comunale, grande lavoratore, che è riuscito a far aumentare il numero di visitatori da 497.000 unità nel 2015 a 670.000 unità nel 2016.
L’abbiamo intervistato per l’Espresso Napoletano e gli abbiamo chiesto anche di Maria Carolina e del caffè, in un’interessante chiacchierata.
Buongiorno Direttore,
Lei crede che sia importante e utile ricreare, all’interno delle magnifiche sale della Reggia di Caserta, l’atmosfera che esisteva durante il regno della regina Maria Carolina e Ferdinando di Borbone?
Io credo che noi non dobbiamo limitarci solo a raccontare l’arte e l’architettura della Reggia ma dobbiamo anche raccontare la vita che si svolgeva ai tempi dei re Borbone e in particolare della Regina Maria Carolina. Infatti abbiamo fatto o stiamo programmando iniziative come quelle consistenti nello scambio culturale con altre corti europee come ad esempio quella degli Zar di Russia (l’Ermitage di San Pietroburgo).
Forse oggi è un po’ riduttivo concepire la Reggia solo come museo?
Si, perché considerarla oggi solo come una collezione di opere d’arte che sta dentro un palazzo storico è veramente riduttivo; il museo deve essere un luogo dove i visitatori dovrebbero essere intrattenuti da spettacoli teatrali o vivere il loro tour come una “esperienza” capace di spingerli ad andare a visitare altri siti come il Palazzo Reale di Napoli o la Reggia di Portici.
Quindi possiamo dire che per Lei è importante raccontare e mostrare ai visitatori, oltre all’arte ed all’architettura del complesso, anche altre cose come ad esempio, la vita di corte, la cucina e il cibo dell’epoca, la musica e le feste!
Si infatti abbiamo intenzione di mostrare ai visitatori anche le ricostruzioni storiche degli antichi balli di corte e delle antiche cene dei re Borbone, con tanto di suppellettili e cibo e bevande dell’epoca. Infatti le feste e le cene della Regina Maria Carolina erano eventi sempre alla moda. Non dimentichiamo che la Regina era una figura politica internazionale e questi eventi erano le occasioni giuste per fare politica per il Regno.
Quanto è importante oggi la Reggia per l’economia (anche agro-alimentare) della provincia di Caserta?
La Reggia sta in un territorio ricco di prodotti alimentari unici e con una lunga storia: basti pensare al vino, come il Pallagrello, che già era apprezzato ai tempi dei Re Borboni e alla mozzarella di Bufala. Stiamo lavorando per ricreare le vigne e gli allevamenti dell’epoca.
Visto che il caffè in qualche modo nasce nella Reggia di Caserta, perché non fare iniziative volte a tramandare questo antico avvenimento anche attraverso un percorso storico?
Credo sia importante approfondire il discorso della storia del caffè introdotto dalla regina Maria Carolina anche attraverso una ricerca storica nei nostri archivi e magari anche con una collaborazione con un Caffè storico e prestigioso come il Gambrinus di Napoli.
A Lei piace l’espresso napoletano?
Si, mi piace molto. Mi domando spesso come è che lo fate più buono che a Bologna!
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