Intervista a Marisa Laurito

Marisa Laurito ed il caffè
Un’artista completa Marisa Laurito. Ecclettica, versatile, capace di interpretare con disinvoltura rara e spiccata personalità ogni ruolo. Attrice, cantante, conduttrice, prima donna, guest star e direttore artistico, nella sua brillante carriera ha catalizzato l’affetto e l’ammirazione del pubblico italiano con la sua contagiosa simpatia, la sua umanità e la sua napoletanità genuina. È davvero con enorme piacere che oggi ospitiamo la Marisa nazionale nel nostro salotto dedicato al caffè.
Come è iniziata la sua carriera artistica?
Ho cominciato con Eduardo De Filippo. Ricordo che feci il provino il giorno del mio ventunesimo compleanno e fui presa in compagnia. Tutto questo contro il volere dei miei genitori che non volevano che intraprendessi la carriera artistica.
Ci racconta il suo rapporto con Luciano De Crescenzo e Renzo Arbore?
Luciano è stata una persona molto importante per la mia vita, un amico eterno, cinquant’anni di amicizia. Ho conosciuto Renzo proprio tramite Luciano. Ricordo che era un’epoca bellissima: si lavorava bene, c’era grande professionalità. Eravamo una banda di scatenati che, in qualche modo, ha reinventato la televisione con programmi culto che sono entrati nel costume italiano.
Rilanciare la “mossa” è stata una grande idea …
Si, ho rilanciato la “mossa” in televisione. Era stata da molti dimenticata. Io però l’ho riproposta in modo ironico e non oleografico dandone la mia interpretazione.
Ed ora ecco le domande di rito… sul caffè. Il suo rapporto con questa bevanda?
Come per ogni napoletano il caffè è qualcosa di importante per me. Penso alla storia del caffè sospeso, un piccolo atto di immensa generosità: si regala un caffè ad una persona che non può acquistarlo.
Quando ero bambina c’era però un’altra maniera di preparare il caffè in casa A differenza di oggi si partiva dalla tostatura fatta dalle donne che erano solite cingersi il capo con delle “pezze bianche” “ridurre” l’odore del caffè tra i capelli. Dopodiché si passava alla macinatura e, infine, si utilizzava la caffettiera napoletana. Vengo da una generazione che amava tanto il caffè.
Come lo bevi?
Io lo faccio con la moka anche se, come detto, preferisco la napoletana perché è un caffè filtrato e leggero. Mi piace l’idea di Marco Rubino che utilizza cappuccetti colorati come tappo sulla cuccumella e cambia il colore a seconda della giornata o all’umore che hai.
Adoro anche prendere il caffè in alcuni popolari bar del centro come il Gambrinus, il Caffè del Professore e il Caffè Mexico.
Un sogno nel cassetto?
Ne ho moltissimi! In questo periodo vorrei però riposare un po’, viaggiare, visitare mostre e organizzarle. Mi piacerebbe dedicarmi maggiormente alle mie passioni: la fotografia e la pittura, l’arte in generale. In fondo è stato un anno molto pesante anche considerato l’impegno profuso con il Teatro Trianon.
Michele Sergio
Articolo pubblicato su L’Espresso napoletano nel mese di giugno 2022