Un caffè con humor
Lino Banfi ed il caffè
Irresistibile e travolgente molte delle sue scene, come quella di un caffè con humor, diventate dei veri cult, Lino Banfi, nel corso della sua lunga carriera, ha saputo farsi apprezzare e diventare uno degli attori più popolari del cinema e della televisione italiana. L”idea di proporre al pubblico la comicità pugliese se, da un lato, è stata geniale ed innovativa, dall”altro lato è stata temeraria perché, a differenza delle figure classiche e consolidate – come quelle dei comici napoletani e siciliani – quella barese era originale, inedita.
I film
La critica, per giunta, non è stata mai generosa e ha sempre guardato altezzosamente i film della commedia sexy degli anni 70 e 80 che oggi, invece, sono stati rivalutati per la sua velata critica a società e costumi dell”™epoca. Tra i film che gli hanno dato maggiore popolarità a Banfi ricordiamo L”™allenatore nel pallone, Occhio, malocchio prezzemolo e finocchio, Fracchia e la belva umana.
Anche “Vieni avanti cretino” del 1982 diretto da Luciano Salce è considerata tra le pellicole più divertenti e meglio riuscite. Il film racconta le avventure (o per meglio dire le disavventure) di Pasquale Baudaffi che in cerca di nuova occupazione (dopo avere scontato la pena detentiva nel carcere romano di Regina Coeli) ne combinerà di tutti i colori. La pellicola, e non poteva essere diversamente per una commedia italiana, basa la sua vis comica sugli equivoci che porteranno il nostro protagonista a vivere una serie di surreali e divertenti situazioni.
Pieno di buona volontà ma impacciato e sfortunato dopo avere cercato nuovo impiego come guardiacaccia e garagista, ci riprova come cameriere di bar. Pasquale è, insomma, il prototipo del nuovo proletario incapace di inserirsi nella società nonostante i suoi innumerevoli sforzi (da cui il titolo del film).
La scena si svolge in un bar di Roma per la precisione di tale Salvatore Gargiulo energumeno datore di lavoro, spietato nei confronti dei suoi dipendenti. Infatti ogni suo dipendente conosce a memoria il motto del bar “Io mi chiamo Salvatore Gargiulo e se tu te sbagli una comanda io ti rompo il c”¦”
Sfortunatamente per il nostro eroe, nel suo primo giorno di lavoro, si imbatte in una coppia di fidanzati che stanno discutendo sulla relazione che non va. La ragazza non più soddisfatta del partner gli chiede maggiore humor.
A questo punto giunge Pasquale per prendere l”™ordinazione ma il malcapitato e improvvisato cameriere, anche per via della poca conoscenza del lavoro, non capendo che la ragazza ordina il caffè mentre sta animatamente conversando con il suo fidanzato, pensa che humor sia una qualche specie di liquore. E da qui inizia una divertentissima escalation di situazioni surreali e paradossali che porteranno Pasquale quasi alla follia perché riferisce l”ordinativo al cattivissimo Salvatore quest”ultimo non sapendo che tipo di liquore sia l”™humor consiglia di correggerlo con un goccio di Fernet.
Pasquale quindi torna al tavolo della coppietta per servire il caffè corretto ma ovviamente la ragazza gli fa notare che lei non aveva ordinato ciò e riprendendo la conversazione con il suo fidanzato esclama “con utopia”. Dopo avere bevuto il caffè sbagliato (questa è una delle punizioni che Salvatore cioè quella di far bere e poi pagare i caffè sbagliati dai propri dipendenti) ritorna con un nuovo caffè.
La ragazza però, quasi in trance nella conversazione con il suo oramai ex-fidanzato, ad alta voce dice “non più normale ma freddo, freddissimo”. Pasquale incredulo ed avvilito, dei repentini cambi di ordinazione, dopo avere bevuto il caffè, torna di nuovo con il freddo ma nell”™atto di servirlo sente che la ragazza desidera (un amore) “caldo e dolcissimo”.
Ed è così che susseguendosi questa sequela di equivoci (i ragazzi che litigano per il dolce e l”™amaro), le sempre crescenti minacce di Salvatore ed il numero di caffè bevuti da Pasquale, questi diventa nervosissimo fino ad impazzire quando la ragazza esclama “non lo voglio più” (l”™amore ovviamente non il caffè!). Stanco e, oramai, consapevole di avere perso il posto di lavoro Pasquale si vendica sul mal capitato ragazzo (Mireno Scali conosciuto come il “sosia di Benigni”) spruzzandogli la panna sulla testa e inventando così un nuovo caffè offerto dalla ditta “il toscano corretto alla panna”.
Ed è così che grazie al grande Lino Banfi che il caffè diventa il protagonista di una delle scene più divertenti del cinema italiano.
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