Il caffè freddo: alla napoletana contro il cold brew

Il caffè freddo: alla napoletana contro il cold brew

Il caffè freddo alla napoletana

Dolce, rinfrescante, gustoso, carico di caffeina, originale. Questi sono alcuni degli aggettivi con i quali possiamo definire il caffè freddo che si prepara all’ombra del Vesuvio detto anche “alla napoletana”. Per chi non avesse mai avuto il piacere di assaggiarlo possiamo definirlo come un incrocio tra una granita e caffè freddo. Lo si beve di solito nei bar non solo di Napoli ma di tutto il sud della penisola per combattere la calura estiva. Molto diffusa è anche la versione casalinga preparata dalle mamme. Mamme che di generazione in generazione tramandano le antiche ricette della gastronomia partenopea.

Il caffè freddo alla napoletana dà il meglio di sé sulle spiagge dello stivale. Dopo il pranzo, infatti, sotto l’ombrellone le mamme napoletane prendono dalle loro borse la bottiglia con il caffè ghiacciato (preparato con la moka, zuccherato, lasciato raffreddare, versato in una bottiglia di plastica e riposto in freezer per tutta la notte) e lo condividono con parenti, amici e vicini di ombrellone improvvisati e da poco conosciuti.

Caffè freddo

Il Cold Brew

E nel resto del mondo? Nei Paesi anglosassoni è molto diffusa l’usanza di bere caffè freddi di solito mono origine arabiche. Dal gusto dolce e dalle note aromatiche fruttate e floreali. Ci sono due tecniche principali. La prima è una tecnica che prende il nome di cold brew (letteralmente “infuso freddo”). Si tratta di un caffè fatto percolare con uno strumento chiamato affettuosamente “Toddy”. Prende il nome dal suo inventore, l’americano Todd Simpson.

Si compone di una campana superiore (di solito di colore bianca) dove si lascia ad infusione (come da tradizione tutta la notte, 16-20 ore) acqua e macinato. E di una caraffa dove si raccoglierà il caffè realizzato. La campana ha una forma che ricorda un imbuto. Infatti nella parte inferiore c’è una sezione dove potere allocare il filtro. E al cui centro c’è un foro che consentirà (elasso il termine di infusione in frigorifero) di potere procedere alla percolazione.

cold brew

Il Cold Drip

La seconda è il sistema conosciuto come cold drip che si realizza utilizzando uno strumento composto da tre parti principali. Una campana superiore dove si versa acqua e ghiaccio Una parte centrale che funge da filtro (dove si ripone il macinato). Una caraffa che si trova alla base dove viene raccolto il caffè freddo. Il meccanismo è semplice e geniale al tempo stesso. Al centro della base della campana c’è un forellino dal quale passa a gocce l’acqua fredda (la velocità del flusso della goccia è regolabile). Goccia dopo goccia l’acqua attraversa il filtro ed il caffè realizzato percola nella caraffa. Il procedimento è piuttosto lungo dura dalle 4 alle 12 ore.

Importante per entrambe tecniche è rispettare la brew ratio ovvero la proporzione tra quantità di caffè e d’acqua. Per chi non avesse il tempo per realizzare i caffè freddo in stile anglosassone lo può trovare già pronti nei supermercati. Ma anche in molte caffetterie e, ovviamente, on line. Tante le marche di caffè che propongono questi caffè freddi di varie origini. Con vari aromi e anche versione cappuccino freddo.

Cold drip
Cold drip

Chi vince?

Come concludere? Il caffè freddo è una bevanda irrinunciabile sia per la caffeina ivi contenuta sia per il fatto di essere appunto fresco e rinfrescante. Ci permette di affrontare al meglio le calde ed assolate giornate estive. Che sia fatto “alla napoletano” o –“all’americana”, che sia a granita o liquido l’importante è che sia di caffè di qualità e sostenibile.

Buon caffè a tutti.

Michele Sergio

Articolo pubblicato su Il Roma il 04 luglio 2021