Babà nero
Ogni maestro pasticcere sa che è esiziale, per un’attività commerciale, realizzare dolci nuovi ed originali e di sovente ne sforna di nuovi e deliziosi.
Anche io, nel mio piccolo, cerco di proporre nuovi dolcini. Non sempre, però, l’ideazione di una nuova ricetta arriva da un laboratorio di pasticceria. Nella maggior parte dei casi, infatti, le idee di nuovi dolci vengono partorite tra le strade ed i vicoli di Napoli, inesauribili fonte di ispirazione: i colori, gli odori, l’energia che emanano, ne fanno una fucina sempre attiva di idee innovative.
Qualche mese fa mi trovavo in piazza del Plebiscito e mi capitò di vedere un gruppo di bambini che prendeva in giro un loro amico di giochi di chiara origine asiatica (probabilmente cingalese). D’improvviso mi tornarono in mente i ricordi dell’infanzia, di quando capitava a me essere deriso dai miei amici per il colore piuttosto scuro della mia, pur napoletana, pelle.
Ed ecco l’idea! Di filato al Laboratorio, ivi dissi ai pasticcieri che considerato che ogni dolce napoletano ha la sua storia e il suo significato, era necessario realizzare un dolce contro il razzismo e quale migliore dolce napoletano, il più classico, se non il babà? Si il babà però nero!!!
Un babà completamente bagnato nel cioccolato al quale poi si dà un piccolo tocco di classe: panna montata al gusto di zuppa inglese e scaglie di cioccolato fondente a rendere irresistibile il più recente simbolo, ma non certamente l’ultimo – vista, purtroppo, l’ancora attuale necessità di combattere il pregiudizio razziale – della lotta al razzismo.
Spero che questo piccolo gesto possa essere d’esempio per tutti coloro che vogliono un mondo migliore.