[:it]Caffè Italiano e Caffè Napoletano: ecco le 5 differenze[:en]Italian coffee and Neapolitan coffee: here are the 5 differences[:]
[:it]Articolo scritto da Michele Sergio e pubblicato su IL ROMA il 13 gennaio 2019
Il Bel Paese è la patria del caffè, da secoli consumato da Nord a Sud della penisola, conosciuto e copiato in tutto il mondo. Il caffè è icona del nostro Paese. Non tutti sanno, però, che in Italia non esiste solo un tipo di caffè ma due: il caffè italiano ed il caffè napoletano. Quello preparato a Milano, a Roma, piuttosto che a Torino o Venezia, è, sostanzialmente, tostato, realizzato e servito, in egual modo, insomma è identico in ogni città che non sia Napoli. Il caffè partenopeo è, invece, completamente diverso: per miscela, tostatura, preparazione e, non ultima, per la maniera in cui viene servito; senza dimenticare – e veramente non si potrebbe – che il caffè napoletano si differenzia anche per storia e tradizione, costituendo verace icona della nostra città. Il nostro caffè è l’unico al mondo ad avere reali origini (fu Maria Carolina d’Asburgo, moglie di Ferdinando di Borbone, a proporlo, per prima, a Napoli e, quindi, nell’intero Regno delle Due Sicilie). Il nostro caffè è l’unica bevanda popolare che ha ispirato ed è stata protagonista del teatro, del cinema, della musica e della letteratura, nazionale e mondiale, da Eduardo De Filippo a Pino Daniele, da Sofia Loren a Massimo Troisi. Il caffè napoletano è, insomma, eccellenza tra le eccellenze della nostra città e dell’Italia intera, come dimostrano le iniziative che, sempre più numerose, sono rivolte alla sua tutela.
Perché i lettori meglio intendano piace segnalare le cinque principali differenze tra il caffè italiano e quello napoletano.
1)Miscela – Il caffè proposto dalle torrefazioni napoletane si caratterizza per il gusto forte e deciso. I chicchi di caffè vengono tostati (cotti) più tempo e a temperature più alte, aggiungendo alla tradizionale qualità arabica percentuali di qualità robusta, meno dolce e con una maggiore carica di caffeina. La “cremina” che si forma in superficie nella tazzina è dovuta proprio alla specie robusta ed è per questo che il caffè napoletano deve essere sempre “rigirato” con il cucchiaino (direttamente nella moka o nella napoletana se preparato in casa o nella tazzina se consumato al bar) al fine di mescolare la parte superficiale, più cremosa, con quella sottostante più liquida.
2) Acqua – Chi dice che l’elemento chiave di un buon caffè sia l’acqua certamente non sbaglia: l’acqua è uno dei due ingredienti insieme alla polvere di caffè della bevanda più diffusa al mondo. Quella napoletana viene dalle cristalline sorgenti del Serino, nei monti irpini, già conosciuta, apprezzata e bevuta ai tempi degli antichi romani, ancora oggi tra le migliori per caratteristiche organolettiche e purezza.
3) Maniera di servire il caffè – Il forte caffè napoletano va bevuto in tazzina di porcellana bombata, bollente, per rendere attento e stimolante il momento della consumazione (di qui la classica esclamazione in vernacolo “Comm’ cazz’ coce”). Prima, però, bisogna bere un abbondante sorso d’acqua per “pulire” bocca e palato e meglio poter gustare l’agognata tazzullella. Il prodromico bicchiere d’acqua, a differenza che in ogni altra parte d’Italia, nei bar e nelle caffetterie napoletane è naturalmente servito in maniera gratuita in uno al caffè.
4) Barista – I baristi napoletani sono tra i più apprezzati e competenti, derivando il “mestiere” dall’insegnamento dei maestri caffettieri borbonici. La scuola napoletana del caffè, di generazione in generazione, continua ad eccellere proprio perché è riuscita a tramandare trucchi e segreti della realizzazione del nostro caffè.
5) Consumi – Napoli è prima in Italia per consumo di caffè e per numero di bar per chilometro quadrato. Un napoletano medio beve il caffè a colazione, in mattinata, dopo pranzo, il pomeriggio e anche dopo cena. Insomma un napoletano verace beve almeno cinque caffè al giorno! È un costume culturale, oltre ad essere un’abitudine alimentare, il momento d’aggregazione principe, il tramite necessario e semplice dell’interscambio umano e sociale. Il napoletano preferisce condividere il caffè e non berlo da solo – Massimo Troisi diceva che berlo da solo è il massimo dell’umana solitudine – tant’è che, quando fisicamente solo, lo condivide con uno sconosciuto che berrà il “sospeso” da lui lasciato pagato![:en]Article written by Michele Sergio and published in IL ROMA on January 13, 2019
The Bel Paese is the home of coffee, which for centuries has been consumed from North to South of the peninsula, known and copied all over the world. Coffee is an icon of our country. Not everyone knows, however, that in Italy there is not only one type of coffee but two: Italian coffee and Neapolitan coffee. The one prepared in Milan, in Rome, rather than in Turin or Venice, is, essentially, toasted, realized and served, in the same way, in short, it is identical in every city that is not Naples. The Neapolitan coffee, on the other hand, is completely different: by mixing, toasting, preparation and, last but not least, for the way it is served; without forgetting – and it really could not – that Neapolitan coffee also differs in history and tradition, constituting a true icon of our city. Our coffee is the only one in the world to have real origins (it was Maria Carolina of Habsburg, wife of Ferdinand of Bourbon, to propose it, first, in Naples and, therefore, in the whole Kingdom of the Two Sicilies). Our coffee is the only popular drink that has inspired and has been the protagonist of the national and world theater, cinema, music and literature, from Eduardo De Filippo to Pino Daniele, from Sofia Loren to Massimo Troisi. Neapolitan coffee is, in short, excellence among the excellence of our city and of Italy as a whole, as demonstrated by the initiatives that, increasingly numerous, are aimed at its protection.
Because readers better intend to like to point out the five main differences between Italian and Neapolitan coffee.
1) Blend – The coffee proposed by the Neapolitan coffee roasters is characterized by a strong and decisive taste. Coffee beans are roasted (cooked) more time and at higher temperatures, adding to the traditional Arabian quality percentages of robust quality, less sweet and with a higher level of caffeine. The “cremina” that forms on the surface in the cup is due to the robust species and that is why the Neapolitan coffee must always be “turned” with the spoon (directly in the moka or Neapolitan if prepared at home or in the cup if consumed in the bar) in order to mix the superficial, more creamy part, with the more liquid underlying part.
2) Water – Whoever says that the key element of a good coffee is water certainly does not make mistakes: water is one of the two ingredients together with the coffee powder of the most widespread beverage in the world. The Neapolitan one comes from the crystalline springs of the Serino, in the mountains of Irpinia, already known, appreciated and drunk in the times of the ancient Romans, even today among the best for organoleptic characteristics and purity.
3) Mode of serving coffee – The strong Neapolitan coffee should be drunk in a cup of hot porcelain, boiling, to make careful and stimulating the moment of consumption (hence the classic exclamation in vernacular “Comm ‘cazz’ coce”). First, however, you must drink a generous sip of water to “clean” mouth and palate and better to enjoy the coveted tazzullella. The prodromal glass of water, unlike in any other part of Italy, in Neapolitan bars and cafés, is naturally served free in one in coffee.
4) Bartender – Neapolitan bartenders are among the most appreciated and competent, deriving the “trade” from the teaching of the master bourbon coffee makers. The Neapolitan school of coffee, from generation to generation, continues to excel precisely because it has managed to pass on tricks and secrets of the creation of our coffee.
5) Consumption – Naples is first in Italy for coffee consumption and for the number of bars per square kilometer. An average Neapolitan drinks coffee for breakfast, in the morning, after lunch, in the afternoon and even after dinner. In short, a true Neapolitan drinks at least five coffees a day! It is a cultural custom, as well as being a food habit, the main moment of aggregation, the necessary and simple means of human and social interchange. The Neapolitan prefers to share coffee and not drink it alone – Massimo Troisi said that drinking alone is the maximum of human loneliness – so much so that when he physically alone, he shares it with a stranger who will drink the “suspended” he left behind paid![:]
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