Intervista all’Ingegnere Giovanni Autiero

Intervista all’Ingegnere Giovanni Autiero
Un ingegnere alle prese con il restauro e risanamento conservativo di siti storico-culturali
Questo mese intervistiamo per L’Espresso Napoletano l’ingegnere Giovanni Autiero, napoletano, classe 1979, che si sta facendo conoscere nell’ambiente per le sue attività di restauro sui beni culturali italiani di notevole valore storico-culturale.
‘Prima domanda, come nasce la sua vocazione per questo particolare lavoro?’
‘Vengo da una famiglia che già operava nell’ambito dell’edilizia. Mio padre aveva un’impresa edile e da bambino restavo affascinato nel vederlo a lavoro. Man mano che crescevo restavo sempre di più attratto da questo mondo e maturavo sempre di più la convinzione di intraprendere un lavoro in questo settore. Molti pensano che non si sposano bene l’attività di ingegnere con l’attività relativa ai beni monumentali. Ovviamente non è così, basti pensare che uno dei primi Sopraintendenti di Napoli, Adolfo Avena, era proprio un ingegnere, il quale si occupò per la prima volta del restauro l’arco di trionfo di Alfonso d’Aragona.’
‘Ci parli della sua formazione’
‘Ho frequentato l’Istituto tecnico Della Porta e poi l’Università Federico II, facoltà Ingegneria edile (triennio) e la magistrale (biennio) civile ambientale. Ero già abilitato come geometra ma ho seguito diversi master e corsi di specializzazione tra i quali la specializzazione BIM (building information modelling) specialist, coordinator e manager. Dopo l’esame di stato per l’abilitazione di ingegnere e prima di mettermi in proprio con la mia società sono stato dipendente al comune di San Giorgio a Cremano come responsabile dell’ufficio tecnico edilizia privata.’
‘Oggi lei si occupa principalmente di attività di restauro e risanamento conservativo di siti storico-culturali’
‘Sì, in oltre dieci anni ho curato tanti siti importanti, tra i quali ricordo il parco archeologico del Pausilypon, il progetto di restauro e risanamento conservativo dell’arco borbonico (progettato da Alvino e finalizzato a mascherare il terminale del collettore fognario di via Partenope), la chiesa del Gesù Nuovo in Piazza del Gesù, il complesso di San Gregorio Armeno e il progetto di restauro, risanamento e illuminotecnico del campanile di San Pietro a Maiella.’.


‘Lei ha curato anche il restauro l’arco di Trionfo di Alfonso di Aragona …’
Si mi sono occupato di indagini diagnostiche e progetto di restauro e risanamento. Il portale non è solo un’imponente struttura architettonica. Ma anche una fonte di storie, leggende e tradizioni che arricchiscono il patrimonio storico e culturale di Napoli. Ogni dettaglio del portale, dalle incisioni araldiche alla scelta degli elementi decorativi, sembra raccontare qualcosa in più sul carattere di Alfonso e sulla sua volontà di segnare la città e la sua storia con la sua presenza. Anche oggi, camminando sotto questa porta maestosa, si può quasi sentire l’eco di questi aneddoti.

‘E per lavori fuori Napoli?’
‘Specialmente a Roma, dove ho curato la progettazione e il coordinamento della sicurezza per i lavori di restauro e risanamento conservativo di una delle tre fontane di Piazza Navona (la fontana del Nettuno) e il lavoro di rilievo e delle indagini per la riqualificazione Terme di Caracalla.’


‘Ha nuovi progetti in cantiere?’
‘Certo e sono anche molto interessanti come il restauro del colonnato di piazza del Plebiscito. Lo studio per verificare le condizioni in cui si trova attualmente la copertura interna e esterna della chiesa di Santa Chiara (rifatta dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale dal professor Di Stefano in cemento armato tinteggiato effetto legno).
‘Lei si sta occupando anche del restauro e ricostruzione del porticato del foro Traiano di Roma …’
Si ho redatto il progetto e sono anche direttore operativo e CSE. Un aneddoto che circola sul porticato è legato alla morte di Traiano. Si racconta che, durante gli ultimi giorni di vita dell’imperatore, un gruppo di nobili e consiglieri si riunirono nel porticato per discutere su chi avrebbe dovuto succedergli. Si dice che, durante questi incontri segreti, uno dei papabili imperatori avesse pianificato di fuggire con una parte dell’oro e delle ricchezze imperiali, ma che venisse fermato prima di riuscirci. Nonostante la sua grandezza come imperatore, Traiano non fu immune dagli intrighi politici e dalle tensioni tra i membri della sua corte’.

‘Lei si sta occupando anche della riunificazione dei locali storici del Caffè Gambrinus di Napoli…’
‘Si riporteremo l’antico Caffè nella sua configurazione cosi come era a fine ottocento. Un aneddoto: si racconta che, un giorno, un cliente particolarmente affezionato, un aristocratico, abbia chiesto al proprietario di offrire un caffè speciale a un gruppo di amici. Il caffè fu servito in una tazzina d’oro, simbolo di eleganza e esclusività. La tazzina d’oro divenne poi un simbolo di distinzione, riservata ai clienti più importanti e alle occasioni speciali. Ancora oggi, alcuni raccontano di aver visto tazzine particolari, come tributi alla tradizione storica del caffè.
‘Cosa le piace di più del suo lavoro?’
‘La cosa che più mi piace pensare è che non è da tutti potere operare sul patrimonio culturale nazionale. Così entrare in luoghi spesso non accessibili al pubblico.’
‘Le piace il caffè? Quanti ne beve?’
‘Si molto. Lo bevo amaro. Prendo più di quindici tazzine al giorno!’
‘Lei mi perdonerà ma mi sembra poco credibile questa affermazione sul numero di caffè bevuti durante l’arco della giornata!’
‘Se non mi crede può chiamare la mia segretaria e chiedere a lei.’
(Verifico telefonando in ufficio. La segretaria mi conferma l’incredibile numero di quindici caffè al giorno bevuti dall’ingegnere!)
Ma come preferisce prendere tutti questi caffè?’
‘Come sono sono, basta che sono caffè, anche se preferisco quello fatto con la moka!’
‘Cosa è per Lei il caffè?’
‘È la bevanda che mi mantiene energicamente sveglio per il mio impegnativo lavoro. E mi consente di affrontare i miei numerosi ed esigenti clienti.’