Ma cosa hai messo nel caffè

Ma cosa hai messo nel caffè
Cosa c’è di più raffigurativo del caffè per celebrare un amore che sboccia?
“Ma cosa hai messo nel caffè che ho bevuto su da te? C’e’ qualcosa di diverso adesso in me” cantava Riccardo Del turco nel 1969 al festival di Sanremo. A dispetto del piazzamento finale (quarta in classifica), la canzone riscosse grande successo. Racconta di un amore che nasce inaspettato e il caffè rappresenta la pozione magica che ha avvelenato l’amante (!): “se c’e’ un veleno morirò, ma sarà dolce accanto a te…”.
Il caffè: bevanda ideale per somministrare veleni o filtri d’amore
Non tutti sanno, però, che questa canzone si fonda su un fatto storico. Quando il caffè sbarcò in Europa nel XVII secolo, infatti, portava con sé un alone d’esotismo e sospetto. La sua tinta nera, l’aroma penetrante e il vapore che avvolgeva le tazze accendevano l’immaginazione. Molti guardavano come bevanda ambigua, perfetta — si mormorava — per celare veleni e filtri d’amore. Nelle corti e nelle strade, fra moralisti e medici, il dibattito ardeva: medicina o vizio, stimolante dell’ingegno o trappola dei sensi? Anche per questo i primi caffè, tra curiosità e diffidenza, divennero teatri di sguardi guardinghi, dove ogni sorso aveva il sapore dell’ignoto e del tradimento.
Poi, lentamente, il sospetto si sciolse nel gusto. Tra botteghe e salotti, il caffè divenne rito civile, combustibile di conversazioni, motore di commerci e idee. Le case del caffè fiorirono come piazze coperte. Si discuteva di politica, di scienza, di poesia e la tazza fumante smise di sembrare un sortilegio. Così il caffè fu accolto senza timori e nessuno pensò più che potesse essere una bevanda insidiosa ma piuttosto una compagna vigile delle ore umane.
La cover di successo di Malika Ayane
Tornando alla canzone questa è stata negli anni a seguire interpretata da altri artisti. La cover più famosa è di certo quella di Malika Ayane, recentemente ripresa anche in uno spot pubblicitario. Nel Sanremo del 2013, dopo 44 anni, la brava cantante italiana ha riportato in auge questo grande successo dal fascino retrò, con un’interpretazione di grande effetto che ha convito i più.
Ha fatto, invece, discutere il videoclip che ha messo in scena un amore surreale tra la cantante e un uomo interpretato da un coniglio. L’atmosfera calda, accogliente e inebriante che suggerisce il caffè nella canzone originale viene sostituita dalle carote. Un richiamo esplicito all’Alice nel paese delle meraviglie. La voce soffice e accogliente di Malika basta, comunque, a rievocare l’atmosfera originale della canzone. Al di là delle opinabili licenze di cui al video, il caffè resta comunque il protagonista della narrazione canora che per gli amanti del caffè è del tutto familiare, in un connubio indovinato: l’amore che sboccia con la complicità di un buon caffè.
Michele Sergio
Articolo pubblicato su il Roma il 14 ottobre 2025
Crediti immagine di copertina




