Napoli, il Caffè e la musica: la canzone “‘A tazza ‘e café”
Articolo di Michele Sergio pubblicato su Il Roma il 26.11.2017
Il caffè a Napoli è sempre stato assoluto protagonista anche in ambito culturale, in teatro e in letteratura, al cinema e in musica. Soprattutto le canzoni, le nostre grandi canzoni d’ogni epoca, hanno fatto varcare alla nostra amata bevanda i confini della Città verso il mondo intero.
Tra le innumerevoli (piace qui, però, almeno citare ‘O ccafé del 1958, scritta da Riccardo Pazzaglia e cantata dal grande Domenico Modugno e Na tazzulella ‘e café del 1977 del mai troppo compianto Pino Daniele), la più classica e forse la più celebre è ‘A tazza ‘e cafè” scritta da Giuseppe Capaldo (autore, tra l’altro, anche dell’altra famosissima canzone Comme facette mammeta) nel 1918 e musicata dal cavaliere Vittorio Fassone. Cantata per la prima volta da Elvira Donnarumma, una delle sciantose più amate della Belle Epoque, al Teatro Bellini di Napoli, il pezzo è stato successivamente interpretato dai più grandi (senza volerne dimenticare qualcuno, Roberto Murolo, Claudio Villa, Milva, Gabriella Ferri, L’Orchestra Italiana di Renzo Arbore).
Forse non tutti sanno che la canzone trova ispirazione in una vicenda reale. Ad inizi ‘900 lavora al Caffè Portoricco di via Guglielmo Sanfelice nel centro di Napoli, una bella e corteggiatissima cassiera, Brigida per l’appunto, la quale, in maniera decisa ed aspra, tiene a distanza i molti spasimanti fra i quali proprio il nostro Giuseppe Capaldo che, affranto ma non sconfitto, decide di dedicarle la famosa canzone. Spesso bevendo un caffè il primo sorso è più amaro; bisogna girarlo bene per amalgamarlo con lo zucchero che tende a depositarsi sul fondo della tazzina. Orbene Brigida, nel testo, è paragonata proprio ad una tazzina di caffè: amara in apparenza (come il primo sorso del caffè), dolce al fondo (come il caffè dopo che lo si è ripetutamente girato). Apparentemente ruvida e scostante, la bella Brigida, per l’Autore, se corteggiata con pazienza e sapienza, si mostrerà finalmente dolce e amabile.
Ma cu sti mode, oje Bríggeta,
tazza ‘e café parite:
sotto tenite ‘o zzuccaro
e ‘ncoppa amara site …
Ma i’ tanto ch’aggi”a vutá,
e tanto ch’aggi”a girá …
ca ‘o ddoce ‘e sott”a tazza,
fin’a ‘mmocca mm’ha da arrivá!
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