Un abbinamento natalizio: struffoli e caffè viennese

Un abbinamento natalizio: struffoli e caffè viennese
Una montagna dorata di piccole sfere fritte, lucide di miele, punteggiate di canditi e “diavulilli”. Stiamo parlando degli struffoli, il più tipico dolce natalizio napoletano. Più che un semplice dessert è un vero e proprio centro tavola commestibile, conviviale, fatto per essere spezzettato, offerto, condiviso. Se poi inseriti in una cornucopia di croccante alle mandorle questo classico rende ancora più spettacolare la cena della vigilia di Natale.
Etimologia, storia e ingredienti
Anche il nome racconta una storia. “Struffoli” etimologicamente viene spesso ricondotto al greco strongýlos, “rotondo”, a indicare la forma delle palline. Non dimentichiamo, infatti, che Napoli è una città greca con conseguente influenza nella lingua e nella cultura. Anticamente questo impasto fritto addolcito dal miele (non era ancora conosciuto lo zucchero) veniva preparato durante le festività nelle case e nei conventi: luoghi dove i dolci diventavano dono, celebrazione e piccola economia.
Gli ingredienti, nella loro essenza, sono semplici: farina, uova, zucchero, un grasso (burro o strutto), aromi (scorza d’agrumi, vaniglia o un goccio di liquore), poi la frittura e, soprattutto, il miele caldo che avvolge ogni bocconcino. A completare, canditi e confettini: note fruttate e croccanti che spezzano la dolcezza mielosa e rendono ogni morso diverso.
Abbinamento consigliato
E con uno “super dolce” così, quale caffè può reggere l’abbinamento senza farsi schiacciare? La risposta è il caffè Viennese creato quasi trent’anni fa dai fantasiosi baristi del Caffè Gambrinus di Napoli. Si chiama così in omaggio alla grande tradizione delle Kaffeehaus della capitale austrica, dove il caffè non è solo bevanda ma esperienza, spesso arricchita da creme e nuvole di panna.
La ricetta completa prevedrebbe anche cacao e zucchero. Qui, però, la scelta migliore è la semplicità: espresso, un tocco di liquore Strega e panna montata. La panna, vellutata e rotonda, dialoga con la dolcezza del miele senza aggiungere spigoli. Per questo è bene non zuccherare il caffè (sia perché la panna è già dolce sia perché gli struffoli lo sono ancora di più). Anche il cacao, per una volta, è meglio lasciarlo da parte. Si rischia di appesantire la degustazione e di coprire i profumi più fini.
Un connubio perfetto
Il vero ponte aromatico, poi, è lo Strega. Il liquore beneventano porta con sé un bouquet di erbe e spezie. Tra le note aromatiche più interessanti emergono la cannella e lo zafferano, perfette per un dolce natalizio che vive di calore, festa e persistenza. Così, invece di servire un amaro o un bicchierino liquore, così come si fa da anni in Campania, questo Natale l’invito è diverso. Mettere in tazza l’abbinamento e lasciare che siano espresso, panna e Strega a fare da “secondo morso” agli struffoli.
In fondo è questo il bello: prendere una tradizione solidissima e accostarle un gesto moderno, senza tradirla. Un boccone di struffoli, un sorso di Viennese: Napoli resta Napoli, ma con un finale natalizio ancora più profumato.
Buon Natale 2025
Michele Sergio
Articolo pubblicato su Il Roma del 23 dicembre 2025




