Le città italiane del caffè
Articolo scritto da Michele Sergio pubblicato su Il Roma il 09.12.2018
Originario dell’Abissinia, consumato inizialmente dagli arabi e prodotto principalmente in Brasile, il caffè ha trovato patria indiscussa nel Belpaese; ne è conferma il fatto che i termini italiani “caffè”, “cappuccino”, “espresso”, “caffellatte” sono oramai internazionalmente riconosciuti, non solo neologismi ma uniche parole per indicare le relative bevande. Di seguito proponiamo la nostra classifica, dal 7° al 1° posto, delle “città del caffè” italiane.
#7 – Milano
Cosmopolita, dinamica e moderna, la città meneghina è un laboratorio a cielo aperto, sempre pronta a recepire nuovi stimoli e proporre innovazioni, anche nel mondo caffè. E’ a Milano che nasce la macchina per il caffè espresso: su brevetto dell’ingegnere milanese Luigi Bezzera, viene lanciata sul mercato dalle Industrie Pavoni nel 1905. Le storiche caffetterie del centro deliziano da quasi due secoli visitatori italiani e stranieri: il Caffè Cova del 1817 (amato da Giuseppe Verdi ed Ernest Hemingway), il Caffè Savini del 1867, il Caffè Biffi del 1887, il Camparino del 1915, sono tutti ubicati nella centralissima Galleria Vittorio Emanuele II. Menzione meritano anche il Caffè Taveggia del 1909 ed il Caffè Jamaica del 1911 (frequentato da Ungaretti e Quasimodo). Il capoluogo lombardo è, poi, la prima città italiana ad avere accolto brands di caffetterie straniere ed ospita eventi internazionali sul caffè.
#6 – Trieste
Per molti secoli porto sull’Adriatico (e quindi sul Mediterraneo) dell’Impero Austro-Ungarico, era il centro di transito di stoffe pregiate, spezie rare e prodotti esclusivi. Quando a Vienna si inizia a bere il caffè (l’anno ufficiale della diffusione è il 1683), Trieste diventa centro nevralgico del viaggio dei chicchi crudi provenienti prima dall’Africa e, poi, dal nuovo mondo. Ancora oggi la città friulana è uno dei primi porti europei per quantità di caffè transitato. Oltre ad essere importante città importatrice, Trieste ospita importanti torrefazioni, Caffè storici come il Tommaseo del 1830, il San Marco del 1914 (frequentato da Svevo e Saba) e il degli Specchi del 1839 e una università del caffè fondata dalla nota azienda produttrice Illy.
# 5- Roma
È esperienza indimenticabile passeggiare per le strade della Capitale e sostare nelle sale da te e da caffè. La più celebre caffetteria capitolina è l’Antico Caffè Greco in via Condotti dal 1760. Vi oziavano Stendhal, Wagner, Goethe, Casanova e perfino Buffalo Bill; da oltre 250 anni è salotto letterario e galleria d’arte (oltre 300 i dipinti allocati nelle sue sale). Il Caffè Museo Atelier Canova Tadolini è un unicum: nasce, infatti, nello studio del sommo scultore Antonio Canova. Qui il caffè si degusta tra opere d’arte. Nome simile ma locale diverso: il Caffè Canova, in Piazza del Popolo, è un punto di riferimento per i romani da tantissimi anni; uno dei suoi frequentatori più famosi è stato Federico Fellini al quale il locale ha dedicato una galleria fotografica. Il Caffè Sant’Eustacchio con la storica macchina per tostare il caffè, Sala da tè Babington, fondata da due signorine inglesi e frequentato da grandi personalità e l’Harry’s Pub, ritrovo di attori e cantanti, completano il ricco quadro dei più rinomati Caffè romani.
#4 – Firenze
A Firenze, si sa, non si va solo per turismo ma anche per il buon cibo. Tappe obbligate per chi visita la culla del Rinascimento non sono solo il Duomo, Palazzo Vecchio o gli Uffizi ma, anche, le storiche caffetterie del centro. Tra le più celebri ricordiamo: Rivoire in piazza della Signoria, fondato nel 1872, Giubbe rosse del 1896 (chiamato così per le divise dei camerieri dato che era troppo difficile pronunziare il nome dei proprietari i fratelli Reininghaus), Caffè Gilli del 1733 e il Caffè Paszkowski del 1846.
# 3 – Torino
Torino è una metropoli da vivere, visitare e … gustare! Vino, caffè, the e cioccolata diventano vere eccellenze nel capoluogo piemontese e, soprattutto d’inverno, causa il clima rigido, i torinesi amano trascorrere il tempo libero nei locali dove sorbire queste delizie. Tra i Caffè più celebri ricordiamo: Al Bicerindel 1793, amato dal Conte di Cavour, dove è possibile assaporare la famosa bevanda al caffè “bicerin” con panna e cioccolata (la cui ricetta è segreta); Baratti & Milano del 1875, fornitore della Real Casa per la cioccolata; Caffè Mulassano del 1907 nei pressi di piazza Castello; Caffè Platti del 1870; Caffè-Gelateria Fioriodel 1780; Caffè San Carlo del 1822 tutti nel cuore della città. Torino è anche la città della Moka (inventata da Alfonso Bialetti nel 1933), della macchina per caffè Espresso ideata dall’ingegnere torinese Angelo Moriondo nel lontano 1884 e di grandi industrie del caffè come Lavazza.
#2 – Venezia
La Serenissima è stata per molti secoli porto principale del mediterraneo. Quando aprono i battenti dei primi caffè in Piazza San Marco è immediato successo. La portata storica delle caffetterie è così epocale che Carlo Goldoni addirittura scrive una commedia, “La Bottega del Caffè”, dedicata proprio a questi nuovi luoghi di ritrovo. I turisti visitano Venezia non solo per la sua bellezza e unicità ma, anche, per gustare un caffè nei famosi locali di Piazza San Marco. Il più prestigioso e antico è il famosissimo Florian. Inaugurato nel 1720 da Floriano Francesconi con il nome di “Alla Venezia Trionfante”, è stato ribattezzato “Al Florian” per il modo di dire dei suoi avventori “andemo da Florian”. Tra i tanti illustri frequentatori Giuseppe Parini, Silvio Pellico, Ugo Foscolo, Charles Dickens, Johann Wolfgang Goethe, Jean-Jacques Rousseau. E’ qui che Giacomo Casanova corteggiava le “sue” dame. Sempre in Piazza San Marco si trova il Caffè Quadri, fondato nel 1775 dal mercante Giorgio Quadri e frequentato da personalità del calibro di Stendhal, George Byron, Alexandre Dumas padre, Richard Wagner, Marcel Proust e il Caffè Lavena del 1750, amato dai musicisti Franz Liszt e Richard Wagner. Da non dimenticare il mitico Harry’s Bardel 1931 di Giuseppe Cipriani dove è stato inventato il famoso cocktail Bellini.
#1 – Napoli
Senza dubbio è Napoli la capitale italiana del caffè, sia sotto l’aspetto culturale che per i consumi (i più alti della penisola!). Importanti personaggi hanno dato il loro contributo alla fama della nostra tazzullela di caffè: dalla regina Maria Carolina d’Asburgo che lo introdusse, a Gioacchino Rossini che ne creò una ricetta, fino a donna Eleonora Fonseca de Pimentel che lo volle come ultimo desiderio prima della sua condanna a morte. La prima caffetteria casalinga moderna, la cuccumella, fu inventata a Napoli. Nella nostra città la gran parte dei bar e delle caffetterie non utilizza la macchina da caffè ad erogazione continua (per intenderci quella con i pulsanti) ma la macchina a leva, più difficile da usare ma con rendimento, per qualità del prodotto preparato, certamente, superiore. Il caffè sospeso (lasciare pagato un caffè per chi non può pagarlo) è antico costume solidale e sociale tutto napoletano che ha oramai varcato non solo i confini cittadini e regionali, ma anche quelli nazionali. Non possiamo dimenticare il ruolo da protagonista che il caffè ha avuto nel cinema e nel teatro partenopeo e nazionale, con Totò, Troisi, De Filippo, De Crescenzo e nella musica, dai classici napoletani a Pino Daniele. La nostra miscela è unica ed inconfondibile, dal gusto forte e deciso e le tecniche di preparazione e degustazione dell’espresso napoletano sono del tutto peculiari, dalla macchina utilizzata, come visto, alla maniera di servirlo nella famigerata tazzina bollente, ai piccoli e tanti segreti dei baristi partenopei. Tantissime le torrefazioni sparse a macchia d’olio sul territorio metropolitano e che hanno una grandissima fetta del mercato italiano e mondiale del settore, così come le tante ricette gourmet, amate da napoletani e turisti (caffè nocciola, caffè strapazzato, scarfariello, ecc.) che negli anni vengono continuamente “inventate” nelle storiche caffetterie napoletane, il Gambrinus, su tutte, per perpetuare il rito antico del bere la mitica tazzulella ’e cafè (con le sue gustose e ricche varianti).
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